«Il riscaldamento ecologico passa per i rifiuti»
Il Programma ambientale delle Nazioni Unite (UNEP) ha pubblicato una relazione sull’utilizzo della termovalorizzazione nelle città.
Il documento, intitolato “Sbloccare il potenziale dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili” indica i moderni sistemi di termovalorizzazione come l’approccio più adeguato per i centri urbani in vista della transizione verso un sistema di riscaldamento e raffrescamento sostenibile sul fronte ambientale, attraverso lo sviluppo dell’efficienza energetica e l’abilitazione di un utilizzo sempre più sinergico delle fonti rinnovabili.
L’energia della termovalorizzazione viene presentata come una delle soluzioni per produrre calore a costi particolarmente contenuti e avviare la sua distribuzione nelle città attraverso le reti di teleriscaldamento, valorizzando l’energia contenuta nelle fonti non riciclabili.
La relazione tra gestione dei rifiuti e produzione di riscaldamento può portare a un risparmio su entrambi i fronti, riducendo i costi dello smaltimento dei non riciclabili da un lato e della distribuzione di calore alle utenze urbane dall’altro.
La relazione ONU segnala tra l’altro che la municipalità di Parigi sta sviluppando un piano che, attraverso il teleriscaldamento, punta ad abbattere il 75% delle emissioni di anidride carbonica entro il 2050, mentre i soli impianti di termovalorizzazione contribuiscono ogni anno a evitare l’emissione di 800 mila tonnellate di CO2; a Copenhagen gli impianti di termovalorizzazione abbattono le emissioni di CO2 di 655 mila tonnellate all’anno, permettendo nel contempo il risparmio di 1,4 milioni di barili di petrolio annui, mentre l’impianto di Rotterdam abbatterà, entro il 2035, la produzione di 175 mila tonnellate di anidride carbonica ogni anno.
(fonte: Cewep)