27 Dic 2018

Riciclare la plastica? “È antiecologico”

Gli sforzi per migliorare il riciclaggio delle materie plastiche non sono sempre vantaggiosi dal punto di vista ambientale, e spesso andrebbe privilegiato il recupero di energia tramite termovalorizzazione: lo sostiene Rainer Bunge, docente alla facoltà di Scienze applicate presso l’Università di Rapperswil, in Svizzera, che di recente ha reso noti i risultati di una ricerca sul tema. La rivista internazionale Waste Management World ha pubblicato un suo intervento.

“Nei Paesi con una corretta gestione del ciclo dei rifiuti il riciclaggio delle materie plastiche non risolve tutti i problemi legati al loro smaltimento: nei Paesi con un sistema di gestione dei rifiuti di livello avanzato, infatti, praticamente l’intera produzione di rifiuti da materie plastiche viene smaltita in modo corretto dal punto di vista ecologico. Restano solo due situazioni in cui la plastica da imballaggio può ancora inquinare: la sua dispersione nell’ambiente da parte dei consumatori e l’esportazione nei Paesi emergenti delle frazioni provenienti dalle raccolte differenziate.

Nel primo caso difficilmente il problema potrà venire risolto attuando una politica di riciclaggio ancora più spinto: i consumatori che non sono disposti a smaltire i loro rifiuti nel cestino più vicino non cambierebbero il loro comportamento inappropriato nemmeno se il sistema di riciclaggio venisse migliorato. La soluzione potrebbe passare, semmai, per l’imposizione di sanzioni più severe.

La seconda occasione di dispersione nell’ambiente di materie plastiche si profila quando frazioni differenziate raccolte in Paesi con un sistema di gestione dei rifiuti efficace vengono trasferite a Paesi con un sistema di gestione dei rifiuti dove le verifiche sono meno stringenti. In questo caso una porzione rilevante di questi flussi di rifiuti si disperde nell’ambiente, per esempio negli oceani, creando le tristemente note “isole di plastica”.

Parlando di cifre: nel 2016 gli Stati membri dell’UE hanno inviato in Estremo Oriente il 46% delle materie plastiche provenienti dalla raccolta differenziata. Poiché il riciclaggio della plastica in quei Paesi è, di fatto, la causa principale della sua dispersione, la risposta ovvia per i Paesi con un adeguato sistema di gestione dei rifiuti non dovrebbe essere una raccolta differenziata ancora più aggressiva, ma piuttosto l’abolizione tout court del riciclaggio delle materie plastiche. Vista la situazione, il piano di azione dell’UE (utilizzare solo plastica riciclabile entro il 2030) non risolve per niente il problema: la dispersione di materie plastiche nell’ambiente non riguarda infatti i Paesi che contano su un sistema di gestione dei rifiuti efficiente.

Il caso elvetico
In Svizzera la maggior parte dei rifiuti da materie plastiche non viene riciclata fisicamente, ma è indirizzata al recupero di energia nei termovalorizzatori municipali. Delle circa 68.000 tonnellate di rifiuti di plastica prodotte dalle famiglie e raccolte attraverso la raccolta differenziata, 50.000 tonnellate sono bottiglie in PET.

 

Le restanti 18.000 tonnellate sono costituite da altre materie plastiche, raccolte attraverso circuiti di recupero offerti volontariamente dai rivenditori. Il potenziale di aumento della raccolta di materie plastiche in Svizzera è stato determinato in altre 120.000 tonnellate all’anno.

A causa della crescente pressione politica verso il recupero delle materie plastiche, il Governo federale, diversi Cantoni ed associazioni ambientaliste hanno commissionato uno studio sui benefici ecologici e sui costi associati del riciclaggio di questa frazione.

Per quantificare il beneficio ecologico di un incremento della raccolta differenziata dei rifiuti in plastica, ne è stata effettuata la valutazione del ciclo di vita [il Life Cycle Assessment, che valuta le interazioni di un prodotto con l’ambiente dalla produzione allo smaltimento, ndt]. In Svizzera il metodo di valutazione del ciclo di vita più diffuso è il cosiddetto metodo della scarsità ecologica, che assegna alle attività inquinanti una serie di “punti di onere ambientale” (EBP). Il meccanismo è simile alla valutazione delle emissioni climalteranti effettuata utilizzando equivalenti di CO2.

In Svizzera il vantaggio ecologico del riciclaggio della plastica rispetto alla termovalorizzazione è stato calcolato in 500 mila EBP/ton. I costi aggiuntivi del riciclaggio della plastica rispetto alla termovalorizzazione, però, ammontano a circa 500 franchi/ton.

Per valutare l’efficienza ecologica del riciclaggio della plastica si è deciso di confrontarla con l’efficienza ecologica di altre forme di riciclo già introdotte in Svizzera. In seguito a questo confronto, il riciclaggio delle materie plastiche si colloca al livello più basso dello spettro di ecoefficienza: è circa 18 volte meno efficace rispetto, per esempio, al riciclaggio di strumentazioni elettriche ed elettroniche.

La raccolta di rifiuti plastici genera dunque un vantaggio ecologico marginale a costi irragionevolmente alti. Ma il riciclaggio delle materie plastiche non è solo inefficiente: è anche piuttosto inefficace. Per i cittadini svizzeri il beneficio ambientale pro-capite annuale di questa pratica equivale a percorrere 30 chilometri in meno con l’auto ogni anno o a mangiare una bistecca da barbecue in meno ogni estate.

Va infine sottolineato che, nei Paesi con un sistema di gestione dei rifiuti efficiente, circa il 99% del danno ambientale totale causato dalla produzione, dal consumo e dallo smaltimento di un prodotto è causato dal prodotto stesso, mentre solo l’1% è provocato dallo smaltimento del suo imballaggio. Invece di introdurre sistemi sempre più complessi e costosi per ridurre l’1% dei danni ambientali legati allo smaltimento degli imballaggi in plastica, sarebbe più proficuo affrontare la sfida di ridurre l’impatto ambientale legato a quel restante 99%.

(tratto da Waste Management World)