08 Set 2015

In rialzo i prezzi di incenerimento in Germania e in Italia

A causa di un’impennata nella domanda salgono in Germania i costi della termovalorizzazione: da gennaio la tendenza investirà anche l’Italia.

 

Salgono in Germania i costi della termovalorizzazione: rispetto allo scorso anno il prezzo per il trattamento dei rifiuti ha subito un rialzo di 10-20 euro a tonnellata. L’aumento dei prezzi ha fatto segnare un’impennata del 20% in pochi mesi ed è dovuto a un eccesso di richieste, che ha reso difficile far fronte alle necessità dell’utenza tanto da spingere una delle aziende coinvolte a definire la situazione come “catastrofica”.

I prezzi al momento raggiungono punte di 80-90 euro a tonnellata nei land settentrionali e addirittura di 90-95 euro a sud.

Al di là dell’emergenza, la situazione secondo gli esperti può stabilizzarsi solamente passando a una diversa modalità contrattuale tra società di smaltimento e utenza, si tratti di pubbliche amministrazioni o di aziende private: dai contratti a breve o brevissimo termine, ampiamente utilizzati in passato, ci si dovrà indirizzare verso accordi di medio e lungo periodo. Un’opzione che qualche operatore adotta già oggi, accettando solamente contratti bi o triennali.

Molto, in ogni caso, dipenderà dall’impatto provocato dalla quantità di rifiuti provenienti dall’estero, in particolare dal Regno Unito: una variabile che, secondo gli esperti, è difficile da prevedere, in quanto “basterebbe un aumento della tassazione sull’esportazione dei rifiuti per veder scendere rapidamente la domanda”. Un’ipotesi non remota, tanto che molti impianti di termovalorizzazione tedeschi stanno guardando, in prospettiva, verso sud: l’Italia, con i suoi endemici problemi nella gestione dei rifiuti, potrebbe diventare il business del futuro per gli impianti tedeschi.

Ulteriori versanti potrebbero aprirsi anche sul fronte dei residui legnosi, che eccedono le esigenze del mercato e potrebbero quindi obbligare a un superlavoro i termovalorizzatori, e per il trattamento meccanico biologico (MBT), tecnologia che ormai da diversi operatori considerano inadeguata.

L’eccesso di richiesta degli ultimi mesi è dovuto anche alla crisi del settore edile: i cementifici fino a qualche anno fa utilizzavano i rifiuti come carburante per i loro impianti, ma il calo nella produzione di cemento ha dirottato ulteriori tonnellate di residui verso i termovalorizzatori.

In ogni caso, spiega un operatore, i prezzi non dipendono da un gioco economico, ma dal contesto: dalla domanda, ma anche dai costi di gestione e di aggiornamento degli impianti. Il fatto che i rifiuti vengano differenziati in maniera corretta, paradossalmente, diventa penalizzante: più alto è il potere calorifico del rifiuto, meno tonnellate di rifiuti si possono trattare.

Di qui gli aumenti nel prezzo della termovalorizzazione, una tendenza che investirà a breve anche l’Italia, dove si affrontano problematiche in parte diverse, sebbene non meno pesanti: le tariffe di incenerimento già ora si sono posizionate sugli 85 €/t e si prevede di raggiungere i 90 euro a partire da gennaio.

(fonte: Euwid)