01 Ago 2017

Fanghi, il pericolo delle microplastiche

Una recente ricerca dell’Agenzia per la protezione ambientale (EPA) ha rivelato che le microplastiche compromettono seriamente gli ecosistemi naturali.

L’aumento della produzione di materie plastiche, e di conseguenza degli scarti, negli ultimi decenni ha provocato infatti una crescente preoccupazione per la salute dell’ambiente, e le microplastiche – particelle con un diametro inferiore ai 5 millimetri – contribuiscono sensibilmente a questo dato. Le microplastiche si formano dalla frammentazione di elementi più grandi o da produzioni relative al settore cosmetico e ai prodotti per la pulizia della casa; il trattamento delle acque reflue e dei fanghi di depurazione non è in grado di filtrare ed eliminare le

microplastiche, e per questo motivo gli elementi non biodegradabili defluiscono in fiumi e mari, arrivando a compromettere la catena alimentare.

Lo studio dell’EPA, effettuato in Irlanda da ricercatori del GMIT, dimostra che gli impianti per il trattamento dei fanghi da depurazione sono una delle principali fonti di inquinamento da microplastiche.

I rischi per gli esseri umani sono numerosi, dall’ingerimento di elementi attraverso l’acqua o la preparazione di cibi, fino alla contaminazione delle specie ittiche, di molluschi e crostacei.

Lo studio dell’EPA