Cina, è boom per la termovalorizzazione
La Cina è il Paese più avanzato per l’utilizzo di impianti di termovalorizzazione, e la distanza dai concorrenti è destinata a crescere.
Stando a un recente resoconto dell’agenzia di consulenza svizzera VZA, il 63,4% degli ordinativi per nuovi impianti (o ristrutturazioni significative) effettuati tra il 2008 e il 2014 riguardano impianti nella Repubblica popolare, per un totale di oltre 271 mila tonnellate/giorno di ulteriore potenzialità in termini di incenerimento. Nel solo 2014 la Cina ha effettuato ordinativi per 28 impianti, per una capacità totale di incenerimento che supera le 28 mila tonnellate/giorno, mentre gli ordini europei si sono fermati a nove impianti (5 mila tonnellate/giorno); è vero, rileva la relazione VZA, che il mercato europeo di riferimento è doppio rispetto a quello cinese, ma l’investimento richiesto per la costruzione di un impianto in Cina si limita al 20-25% rispetto ai costi di un’omologa struttura in Europa: probabile ragione per cui il mercato europeo si ferma al 22,5% dei nuovi ordinativi nel periodo 2008-14, con tendenza a un’ulteriore, significativa flessione per i prossimi anni.
A fronte del boom cinese, tuttavia, la situazione europea non ha comunque condizionato il mercato della termovalorizzazione: gli ordini arretrati per nuovi impianti hanno stabilito un nuovo record alla fine del 2014 e l’alto volume di commesse provenienti dalla Cina, prevede la relazione VZA, dovrebbe durare dai tre ai cinque anni.
(fonte: EUWID)