05 Ago 2014

Confservizi: «Ecco le carenze del Piano rifiuti»

Il piano regionale lombardo per la gestione dei rifiuti ha bisogno di una seria revisione per non mettere a rischio la propria efficacia: lo segnala Giovanni Bordoni, presidente di Confservizi Cispel Lombardia, in una lettera inviata all’Assessore regionale all’Ambiente Claudia Maria Terzi.

Bordoni, premesso che «il sistema di gestione rifiuti lombardo rappresenta un’eccellenza a livello nazionale e internazionale» e che per questo motivo vanno salvaguardati «i principi che sono alla base dei risultati sin qui ottenuti», segnala alla Regione “alcune criticità” emerse dalla sottovalutazione «di alcuni aspetti significativi» in merito al quadro della gestione rifiuti per il periodo 2015-2020.

«In particolar modo – scrive il presidente di Confservizi – si ritiene possa essere sovrastimata la riduzione procapite di rifiuti urbani residui»: «il trend di riduzione di produzione degli ultimi anni» risulterebbe «scarsamente significativo dell’andamento a lungo termine del settore, in quanto conseguenza diretta degli effetti della crisi che, iniziata nel 2008, secondo le aspettative del prossimo futuro dovrebbe essere superata con la ripresa economica attesa anche per il nostro Paese».

In secondo luogo, segnala Bordoni, non si può dare per scontato «il raggiungimento di un tasso di raccolta differenziata fissato dallo scenario di Piano al 2020 pari al 67%, tenendo conto che ad oggi il livello medio lombardo si attesta su valori elevati, ma comunque inferiori al 55%».

Inoltre il Piano rifiuti lombardo, secondo Confservizi, avrebbe «sovrastimato la capacità complessiva di trattamento degli impianti di termovalorizzazione lombardi al 2020» e trascurato l’importante ruolo svolto «nella gestione di altre tipologie di rifiuti, fra le quali rientrano i rifiuti speciali, i rifiuti ospedalieri e i fanghi da depurazione»: valutando anche questi elementi, «la presunta sovracapacità degli impianti lombardi sussiste solo in relazione ai rifiuti urbani residui».

Da rivedere anche il “ruolo significativo” assegnato dal piano al trattamento meccanico biologico (TMB), che raddoppierebbe «i quantitativi di rifiuti avviati a discarica in contraddizione col principio di “discarica zero”», situazione che difficilmente si potrebbe equilibrare con la gestione dei residui nei cementifici, visto il sensibile calo di produzione del settore rilevato negli ultimi anni.

Considerata la situazione, «ridurre la capacità del parco impiantistico lombardo» contrasta anche «con l’obiettivo “discarica zero” in quanto – segnala Confservizi – è cosa nota come i Paesi europei più virtuosi nella gestione rifiuti, nei quali l’utilizzo della discarica è effettivamente residuale, abbiano una percentuale di rifiuto inviato a termovalorizzazione molto significativa», come insegnano le esperienze di Germania e Svezia.

Sarà quindi opportuno, secondo Confservizi, rivedere il Piano rifiuti prendendo più seriamente in considerazione l’utilizzo dei termovalorizzatori, la cui capacità attuale secondo Bordoni risulta “sovrastimata” rispetto alle esigenze di medio termine, impostando nel contempo un corretto sistema di concorrenzialità tra impianti per evitare «l’aumento nel tempo delle tariffe di conferimento dei rifiuti».