La carta riciclata? Conviene sempre meno
Produrre carta costa sempre meno rispetto al riciclo: la pasta di cellulosa comincia a fare seria concorrenza, sul fronte economico, alla filiera del recupero.
Il clamoroso dato è stato rivelato da Otavio Pontes, vice presidente per l’America latina dello sviluppo commerciale di Stora Enso, una tra le principali aziende mondiali nella produzione di carta.
Nel suo intervento al Bureau of international recycling – l’organismo che raccoglie a livello globale le imprese impegnate nel settore del riciclo – Pontes ha sottolineato i cambiamenti sul mercato della carta, che dal 2006 ha portato la sua azienda a chiudere circa 3,7 milioni di tonnellate all’anno di capacità produttiva. Diminuendo il consumo di carta stampata gradualmente si ridurrà la fornitura di carta riciclata, che porterà a un ulteriore aumento dei costi. Allo stesso tempo, la crescita della domanda di carta da imballaggio in mercati quali la Cina e l’America Latina hanno spinto Stora Enso e altre aziende a incrementare la produzione di carta da fibra vergine.
Pontes ha citato previsioni in base alle quali la domanda globale di cartone salirà da 390 milioni di tonnellate nel 2020 a 493 milioni nel 2025. I mercati avanzati sarebbero pronti ad affrontare un calo di 15 milioni di tonnellate, mentre la Cina sarà responsabile di questa crescita per 67 milioni di tonnellate.
Questa crescita della domanda comporta degli svantaggi. In termini concreti, il prezzo della carta riciclata è aumentato più di quello della fibra vergine. Tutte le nuove cartiere stanno lavorando a costi davvero competitivi, mettendo fuori mercato le cartiere più vecchie, soprattutto nel nord Europa, negli Stati Uniti e in Canada. Secondo Pontes la tendenza a lungo termine del prezzo della fibra vergine prevede una costante diminuzione, e lo stesso prezzo della pasta di legno da diverso tempo scende annualmente dell’1 per cento.
Fonte: Euwid 14/2014