14 Dic 2013

«Ecco chi inquina in Lombardia»

Bruno Simini, presidente di ARPA Lombardia, intervistato da Il Punto Notizie rivela: «Le principali fonti di inquinamento? Stufe a legna e traffico».

Per conoscere lo stato di salute dell’aria che respiriamo tutti i giorni e per parlare dei mezzi più efficaci nella lotta all’inquinamento, abbiamo intervistato il Presidente di ARPA (Agenzia Regionale per l’Ambiente), Bruno Simini.

Come giudica la qualità dell’aria della nostra regione?
Questo è un tema fra i più rilevanti per la popolazione, perché tocca l’ambiente, ma anche la salute. Lo dimostrano le ricerche di ultima pubblicazione, da quella dell’Oms a quelle delle nostre Università. In Lombardia oggi si registra un netto miglioramento della qualità dell’aria rispetto a pochi anni fa, anche se non arriviamo ancora a rispettare pienamente i limiti di legge stabiliti, in particolare per quanto riguarda il numero di giorni di superamento del limite del Pm10 e il valore obiettivo di protezione della salute per l’ozono. Un numero su tutti: 10 anni fa si superava il limite del Pm10 per 6 mesi su 12, oggi siamo a circa 60 giorni su 365 (ovvero 2 mesi) […]
La qualità dell’aria non è un tema ideologico da strumentalizzare. Tutti insieme dobbiamo combattere l’inquinamento senza se e senza ma, partendo innanzitutto da un’informazione corretta.

ARPA come collabora con le Istituzioni per il risanamento dell’aria?
ARPA svolge attività tecnico-scientifica a favore delle Istituzioni, dando supporto ai livelli territoriali di governo che, anche in base ai dati e alle analisi fornite, scelgono le azioni programmatiche. ARPA, oltre che con il costante monitoraggio della qualità dell’aria, in particolare ha supportato la Giunta Regionale nella redazione del PRIA (Piano Regionale degli interventi per la qualità dell’Aria), approvato lo scorso 6 settembre. […]

Regione Lombardia si pone l’obiettivo in questo modo di abbattere entro il 2020 il 41% delle polveri sottili, che sono quelle che più incidono, il 49% degli ossidi di azoto. Obiettivo ambizioso dettato anche dai risultati di un recente studio diffusi da Regione Lombardia, in base ai quali si stima che una riduzione del 20% delle concentrazioni medie annuali porterebbe un immediato beneficio in termini di ricoveri ospedalieri. In sintesi, – 20% di Pm10 vuol dire in Lombardia – 246 ricoveri per malattie respiratorie, cerebrovascolari e cardiache e – 160 morti. Questi sono numeri che fanno riflettere ed è per questo che la Giunta lombarda ha approvato le 91 azioni di cui ho parlato.

Nel dibattito fra i sostenitori della riduzione al minimo del trasporto su gomma e i sostenitori della riduzione dell’uso di caldaie e camini, lei come si pone?
Personalmente credo che questa sia una partita in cui ognuno deve giocare nel suo ruolo portando il proprio contributo per vincere la partita finale. Com’è dimostrato, le principali fonti di inquinamento della nostra aria derivano dalla combustione della legna e dal traffico dei veicoli, soprattutto i diesel. Sulla combustione a legna c’è da sapere che le emissioni di PM10 da stufe e caminetti contribuiscono, per circa il 50%, alle emissioni totali lombarde. Un dato ancora più rilevante, questo, se pensiamo che stufe e caminetti non superano il 7-% del riscaldamento domestico totale: a parità di calore prodotto, una singola stufa emette anche fino a mille volte più Pm10 di una caldaia a metano.
Per quanto riguarda il traffico, la Regione ha stabilito che entro il 2015 saranno estese le limitazioni già esistenti per la circolazione dei veicoli più inquinanti che riguarderanno i 209 Comuni attuali già inclusi nella cosiddetta area critica. Infine la Regione sta studiando degli incentivi per favorire il rinnovo del parco auto da qui al 2016, come per esempio l’esenzione del bollo auto per chi volontariamente passa da un’auto Euro 3 a una Euro 5 o Euro 6.

 

L’intervista completa su Il Punto