Huffington Post, la replica di Bea
Huffington Post ha proposto un commento poco documentato sulla nostra azienda. La nostra replica, pubblicata ora anche sul loro sito.
In relazione all’articolo di Stefano Paolo Giussani, pubblicato sul vostro sito in data 15/11/2013, in qualità di società gestore del termovalorizzatore di Desio ci pare doveroso inoltrarvi qualche precisazione, prima ancora che a termini di legge, per semplice completezza di informazione.
Innanzitutto spiace dover rilevare il tono particolarmente aggressivo del post: temi tanto importanti forse dovrebbero essere affrontati, specie su testate autorevoli, con maggiore serenità. Veniamo al merito. L’autore scrive:
Spiegatemi: la logica è quella di renderlo ancora di più sovracapace? Non era abbastanza sottoutilizzato? Se già riciclo bene a cosa mi serve un forno più potente per bruciare i sempre minori scarti?
Se avesse avuto la compiacenza di contattare anche noi, oltre che la controparte, a Stefano Paolo Giussani avremmo spiegato volentieri che l’impianto di Desio non è assolutamente sottoutilizzato come qualcuno va dicendo, e anzi al momento sta lavorando al 100% della sua capacità produttiva. Siamo i primi a sostenere che i rifiuti solidi urbani si possono e si devono ridurre con una sempre più efficace politica di recupero, una politica che Brianza Energia Ambiente caldeggia e promuove attivamente, per esempio attraverso periodiche campagne a mezzo stampa e corsi nelle scuole primarie dei Comuni soci.
Però i rifiuti solidi urbani sono solo una parte del problema: a venire inceneriti a Desio sono anche anche fanghi di depurazione civile provenienti dai depuratori lombardi e rifiuti speciali di origine industriale e commerciale prodotti nell’area circostante l’impianto, nonché rifiuti di origine sanitaria prodotti dagli ospedali. Si tratta di tipologie di rifiuti per le quali a norma di legge, proprio per la tutela dell’ambiente, è richiesto l’incenerimento: per questi rifiuti la soluzione termovalorizzazione, al netto di certa facile propaganda, è l’unica percorribile allo stato attuale delle conoscenze scientifiche e tecnologiche.
L’alternativa sono le discariche o lo smaltimento incontrollato. Le tristi immagini della Terra dei fuochi dovrebbero essere un monito per tutti.
Ci permettiamo una breve osservazione anche in merito a un’altra affermazione dell’autore, quando sostiene che
Il territorio compreso tra Milano e i laghi ha tutti i numeri per essere valorizzato con piste ciclabili e aree verdi. Potrei sbagliarmi, ma non credo che un inceneritore rientri tra le attrazioni per richiamare il pubblico, tanto più in un’ottica di valorizzazione del territorio cornice di EXPO2015.
Concordiamo pienamente, ma una questione non esclude l’altra. Anzi, proprio per garantire più aree verdi e la sostenibilità ambientale, sarebbe poco sensato nascondere la testa (e la spazzatura) sotto la sabbia ignorando la questione rifiuti: il problema va affrontato. Va affrontato non per slogan e principi affastellati secondo interessi non sempre limpidi, ma seriamente e al meglio delle conoscenze scientifiche e tecnologiche attuali.
A proposito: proprio a dimostrazione del fatto che un aspetto non esclude l’altro, segnaliamo che Brianza Energia Ambiente SpA, negli ultimi anni, ha contribuito con molte centinaia di migliaia euro alla realizzazione di aree verdi e piste ciclabili nei Comuni circostanti l’impianto.
Alleghiamo, per ulteriore completezza di informazione, una foto scattata la scorsa settimana all’inceneritore di Zurigo: è collocato in centro città, di fianco alla stazione ferroviaria e a negozi, di fronte a un palazzo uffici che ospita una banca. Se gli svizzeri sono attenti ai temi dell’ambiente e della salute come tutti riteniamo, forse questi impianti non sono poi i demoni che certuni dipingono.