20 Dic 2017

Bea-Cem, un’occasione persa

A margine della decisione di Cem sullo stop alla fusione con Brianza Energia Ambiente, il Presidente Daniela Mazzuconi ha dichiarato:

Mi spiace molto per la decisione dei soci CEM di non procedere ulteriormente nel percorso di fusione tra le due società BEA e CEM: si perde, a mio parere, un’occasione importante per il territorio di dar vita ad una società pubblica forte che si occupasse del ciclo integrato dei rifiuti con indubbie ricadute positive sia per quanto concerne l’ambiente e, in particolare, il profilo della ricerca e dell’acquisizione di nuove tecnologie, la riduzione dei rifiuti e il trattamento della frazione residua, sia per quanto concerne la qualità del servizio reso ai cittadini, sia per il contenimento dei costi complessivi.

Del resto, la situazione era già in stallo da un anno circa, quando, con il nuovo corso in CEM, la mia richiesta di procedere alla nomina di un ultimo perito che verificasse le ipotesi sottese ai due piani industriali è stata disattesa da CEM. Si trattava per parte nostra di nominare un perito che verificasse e certificasse le ipotesi sottese al piano industriale di CEM e, viceversa, CEM avrebbe dovuto nominare un perito che verificasse e certificasse le ipotesi sottese al nostro piano industriale. Si tratta com’è ovvio di una procedura che non può attuarsi unilateralmente e che BEA non poteva attuare da sola. Si sarebbe così arrivati da un lato alla definizione previa dei valori di concambio delle azioni e dall’altro si sarebbero poste basi certe per l’elaborazione del piano industriale della futura società e di una scelta consapevole sul da farsi. Sottolineo che tutta la documentazione concordata era stata fino a quel momento messa a disposizione da entrambe le società. Così non è stato per l’ultimo passo: ripeto, per me un’importante occasione mancata.

Mi corre l’obbligo però di puntualizzare su alcune affermazioni che si sono succedute in questi giorni: BEA non è alla ricerca di rifiuti. Infatti, come dovrebbe essere noto a tutti, in Lombardia in questo momento per una serie di ragioni “storiche” non mancano i rifiuti e i prezzi sono in costante, continua e forte ascesa. BEA, per venire incontro alle numerose richieste e non discriminare nessuno dei richiedenti, ha addirittura pubblicato una gara che prevedeva un’offerta di 120 euro/tonnellata in aumento (assegnato un lotto di 2000 tonnellate a 127,20 euro e un secondo lotto di 2000 tonnellate a 128,67 euro) e pagamento anticipato (511.000 euro al

netto di IVA di incasso anticipato) per chi vuole conferire a Desio, perché il mercato in questo momento registra una grande domanda di spazi di incenerimento ed una scarsissima offerta: società importanti come AMA, la municipalizzata del Comune di Roma, diramano richieste a tutti gli impianti, compreso quello di Desio, per poter programmare senza emergenze lo smaltimento. Tale situazione si protrarrà ancora per anni e tutti gli osservatori del settore sono concordi in tal senso. Preciso che BEA, a differenza di altri termovalorizzatori lombardi sia pubblici sia privati, sta prendendo solo rifiuti prodotti in Lombardia.

Rilevo che CEM ha bandito negli scorsi mesi una gara per smaltire il rifiuto secco a 95 euro/tonnellata e tale gara è andata deserta, e per questo si è vista costretta a ritirare le gare relative ad altri due lotti identici. Poi ha ribandito a prezzi più alti (100,50 euro/tonnellata) per non andare in emergenza, in quanto il contratto precedente non era prorogabile, e la gara è stata vinta da un’associazione temporanea di imprese tra BEA e Prima, la società che gestisce il termovalorizzatore di Trezzo: prezzo finale all’impianto 100,35 euro/tonnellata (i soci BEA pagano 80 euro/tonnellata). Siamo anche all’eterogenesi dei fini: BEA smaltisce comunque i rifiuti CEM.

Infine osservo che la popolazione del bacino BEA, per quanto attiene i Comuni soci, è di circa 250.000 abitanti, ben oltre una media provincia italiana, per cui sempre nelle trattative CEM ha manifestato l’esigenza di procedere per tappe all’integrazione dei servizi di raccolta; da qui l’esigenza dei Comuni soci di BEA di provvedere nel frattempo alle raccolte. Non vedo il problema se una delle società coinvolte sia GELSIA, perché vorrei ricordare che non appena nominata presidente di BEA, nell’estate 2015, d’intesa con il presidente di GELSIA Ambiente e con l’allora amministratore unico di CEM, avevo promosso due incontri per studiare le possibili integrazioni fra le tre società, integrazione che ancora oggi ritengo meritevole di attenzione e sviluppo, perché ne verrebbe una società forte e in grado di competere con le grandi del settore, che metterebbe a disposizione tutto il meglio elaborato dalle tre società in tanti anni di serio e competente lavoro e che consentirebbe, oltre all’offerta di un buon servizio a prezzi competitivi, anche lo sviluppo di una ricerca consistente sulle tematiche ambientali, specialmente sull’intera questione riguardante i rifiuti e la loro riduzione.